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Oggi mi permetto di dire che, di fronte ai cambiamenti che caratterizzano i mercati, le imprese devono mettere in atto innovazioni piΓΉ o meno radicali per rispondere a particolari esigenze dei consumatori, a diverse dinamiche competitive, a nuove opportunitΓ e condizionamenti.
Queste innovazioni studiate o anche solo suggerite dal comportamento di altri soggetti (consumatori, concorrenti, organismi esterni) risultano, comunque, sempre destinate a migliorare il posizionamento, lo sviluppo, le performance e risultano valori positivi per lβimpresa, coerenti con i suoi βcodici geneticiβ e con il linguaggio che li decodifica e li esprime.
Necessita un comportamento βattivoβ da parte delle imprese e non solo , da ricercare nella necessitΓ di βreagireβ sia per motivi oggettivi (inquinamento, sicurezza, salute, nuove forme di sfruttamento, aumento delle diseguaglianze), sia per fatti di natura soggettiva, in particolare la crescente consapevolezza dei consumatori e la sempre piΓΉ diffusa iniziativa dei diversi attori sociali che promuovono la sensibilizzazione al problema, sostenendo o direttamente realizzando percorsi economici alternativi, piΓΉ consoni ai principi di uno sviluppo equilibrato.
Quello che, oggi si deve delineare Γ¨ un complesso di valori che fa sistema, che potrebbe mettere in gioco gli equilibri aziendali, ma allo stesso tempo potrebbe rivelarsi anche una preziosa leva concorrenziale per chi sa sfruttarla.
Inoltre, credo sia giunto il momento per dire che lo stato sociale, inteso come sistema di garanzia dei diritti, va non solo salvato ma anche rilanciato, per questo ritengo necessario procedere a una riforma dei comportamenti anche della politica, alla quale bisogna chiedere una forte assunzione di responsabilitΓ nei confronti di quel β bene comune β che ha il volto soprattutto dei piΓΉ poveri, di chi fatica, di chi non vede futuro per loro e per i loro figli.
Sβintravede il rischio di ritornare a uno stato caritatevole e assistenziale che si limita a prendere atto che disuguaglianza e povertΓ sono tra noi come male inevitabile e chi vi cade dentro possa aspettarsi forse solo interventi assistenziali, una tantum, saltuari: Γ¨ tempo di cambiare questo modello di societΓ assumendo i criteri della solidarietΓ , della giustizia, della pari dignitΓ di ognuna e ognuno.
Non puΓ² esservi sviluppo, ripresa economica, crescita se migliaia di famiglie vivono sotto quella soglia minima che permette di sopravvivere dignitosamente o con la preoccupazione di perderla.
G.G.