ANGAC – Conf. PMI ITALIAComunicato StampaIncremento delle commissioni Bancomat: per i gestori carburanti è una nuova stangata sui margini
Dal prossimo 1° luglio 2025 entreranno in vigore le nuove tariffe previste dal circuito Bancomat: un cambiamento che rischia di assestare l’ennesimo colpo alla sostenibilità economica delle gestioni carburanti, già fiaccate da un sistema contrattuale iniquo, da costi operativi crescenti e da una concorrenza sempre più distorta.
Secondo il nuovo prezzario inviato alle banche e agli intermediari, se da un lato resterà invariata la commissione per i prelievi allo sportello (0,47 €), dall’altro le transazioni online – comprese quelle effettuate tramite POS contactless o app di pagamento – saranno soggette a un sistema commissionale variabile e proporzionale al valore dell’acquisto. In sostanza, maggiore è l’importo rifornito, maggiore sarà la fee applicata al gestore, in un settore in cui le vendite sono per definizione ad alto valore nominale e a bassissimo margine.
A pesare ulteriormente sul nuovo assetto saranno gli accordi commerciali in corso con Apple Pay e Amazon Pay, che prevedono ulteriori “servizi integrati” ma al costo, come sempre, a carico dell’anello più debole della catena: l’esercente.
Già oggi, i gestori carburanti subiscono commissioni sulle carte Bancomat comprese tra lo 0,5 e lo 0,8% per ogni transazione. Una cifra che può apparire contenuta ma che, su una marginalità spesso inferiore al 2%, equivale a un drenaggio sistemico delle entrate. Il rischio concreto, oggi più che mai, è che gli aumenti previsti dal nuovo sistema finiscano per azzerare del tutto l’utile netto, costringendo molti titolari a rivedere il proprio modello di servizio o a rinunciare al pagamento elettronico per alcune soglie di importo.
ANGAC – Conf. PMI ITALIA denuncia da tempo il paradosso per cui ai gestori carburanti si impone l’obbligo di accettare ogni forma di pagamento elettronico, senza però garantire alcun ristoro sugli oneri che da ciò derivano. Un paradosso che oggi rischia di trasformarsi in un corto circuito: l’uso delle carte cresce, le commissioni aumentano, i margini spariscono.
In assenza di un meccanismo di compensazione diretto – come avviene per altri comparti o come previsto in altri Paesi europei – la situazione rischia di farsi insostenibile. E non saranno né gli annunci su conti “zero spese” né le classifiche dei servizi bancari pubblicate da testate internazionali a risolvere il problema strutturale che affligge i gestori: ogni innovazione, ogni upgrade tecnologico, ogni nuova “comodità” per il cliente si traduce in un aggravio unilaterale per il punto vendita.
ANGAC chiede pertanto:
1. Un tavolo tecnico con il MEF e Banca d’Italia per affrontare con urgenza la questione delle commissioni sulle transazioni carburanti.
2. L’introduzione di un tetto massimo alle commissioni sui pagamenti legati alla vendita di carburanti, per proteggerne la marginalità.
3. La possibilità di rifiutare i pagamenti elettronici sotto una determinata soglia, senza incorrere in sanzioni o penalizzazioni.
I gestori non possono più essere il bancomat di Stato, banche e compagnie petrolifere.
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