ASSASSINATO MENTRE LAVORAVA: L’ENNESIMO MARTIRE DELL’ABBANDONO ISTITUZIONALE
Un padre, un lavoratore, un uomo. Nahid Miah, 35 anni, è stato ucciso a coltellate mentre prestava servizio presso un distributore di carburanti a Tor San Lorenzo, nella solita indifferenza di uno Stato che continua a ignorare il grido di allarme di un’intera categoria. Due criminali in moto, armati e senza scrupoli, hanno spezzato la vita di un onesto lavoratore per poche decine di euro.
Un uomo disarmato, lasciato solo, senza protezione, senza garanzie. La sua unica “colpa”? Trovarsi nel posto sbagliato — o meglio, nel suo posto di lavoro — durante l’ennesima rapina. E mentre la famiglia piange, con la moglie e il fratello stroncati dal dolore, le Istituzioni osservano in silenzio.
Quante altre vite dobbiamo contare prima che qualcuno ammetta che lavorare in una stazione di servizio è diventato pericoloso quanto presidiare una zona di guerra?
Noi di ANGAC non ci stiamo. Non basta la solidarietà. Non bastano le promesse vuote. Servono azioni concrete: presidio fisso delle forze dell’ordine, tutela reale per i gestori e i dipendenti, riconoscimento del rischio professionale.
Nahid lascia due figli. Lascia una famiglia distrutta. Ma lascia anche una domanda che brucia: quanto vale la vita di un benzinaio in Italia?