LA PAURA DI PERDERE DEFINITIVAMENTE LA RAPPRESENTANZA COSTRINGE
TUTTE LE SIGLE STORICHE A CHIEDERE LA CONVOCAZIONE DEL TAVOLO CON I MINISTERI,
𝗔𝗡𝗚𝗔𝗖 INVECE CREDE NELLE RISPOSTE MIRATE TRAMITE AZIONI LEGALI,INTERROGAZIONI PARLAMENTARI E MOBILITAZIONE DELLA CATEGORIA, PER IL RIMBORSO DELLE ACCISE E TUTTO QUELLO CHE IL GESTORE STA SUBENDO.

La paura delle sigle storiche dopo aver proclamato tramite comunicati lo stato di agitazione e mobilitazione della categoria (solo per facciata)e di non rispondere agli accorati appelli da parte di 𝗔𝗻𝗴𝗮𝗰 per il raggiungimento di unità d’intenti, si può solo giustificare sul fatto di avere la consapevolezza di non essere seguiti dalla base.
Tale comportamento porta le sigle sindacali storiche a temporeggiare facendosi scudo nella richiesta di apertura del tavolo istituzionale con il governo ( a fine legislatura e in un momento particolare con crisi di maggioranza) ed eludere la proclamazione dello 𝘀𝗰𝗶𝗼𝗽𝗲𝗿𝗼 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲.
I gestori hanno bisogno di risposte urgenti e non hanno più tempo perché rischiano la chiusura.
𝗔𝗻𝗴𝗮𝗰 con determinazione finalmente è riuscita a catalizzare l’attenzione del consumatore finale sul fatto che il gestore è solo il capro espiatorio e non certo il responsabile dell’ingiustificato aumento dei prezzi, sta tentando con tutti i mezzi per ottenere risposte urgenti per gestori e non è disposta a sedersi in alcun tavolo, se prima non si ha certezza della risoluzione delle controversie in prima battuta il rimborso delle accise.
Noi 𝗔𝗻𝗴𝗮𝗰 abbiamo nel tempo prodotto tutta la documentazione con le nostre proposte sulla transizione energetica in persona al ministro #RobertoCingolani e Giorgetti, riteniamo inoltre, in questo momento particolare, di accantonare le prospettive di largo raggio (importanti) relativa alla ristrutturazione e riconversione della rete di distribuzione e dedicarsi alle emergenze con priorità.