Lettere dei Gestori

Il Gestore vittima del sistema.

L’attività del gestore carburante è fra i lavori meno pagati in Italia.

Nessuno sa quello che accade realmente nel mondo delle petrolifere o retisti (i retisti sono dei privati che hanno di proprietà10/50/100 impianti).

È dal 2008 che i gestori carburante gridano allo scandalo di sottomissione e capolarato del lavoro.

I retisti e le compagnie si sono aggregati alla politica, cambiando le regole con la complicità dei sindacati.
Con l’alibi del “libero mercato” si è attuato un piano che attraverso il totale controllo della differenza dei prezzi tra un impianto ed un altro ha portato al fallimento di tante gestioni (ancora piangiamo nostri colleghi che si sono tolti la vita dopo essersi sentiti frustrati e vulnerabili, perché lasciati soli!).

Le compagnie utilizzano un linguaggio intimidatorio nei confronti dei gestori, spingendoli alla disperazione, addossandogli colpe di cattiva gestione, mentre di fatto sono proprio loro a pianificarne il fallimento!

Come funziona?
Tutti quei gestori che lamentano un’ incongruità nelle politiche delle petrolifere e non mantengono la testa bassa, vengono sottomessi!

Al gestore preso di mira viene assegnato un listino prezzi fuori mercato, il che significa: ridurre drasticamente il suo fatturato e rendere insostenibile la copertura dei soli costi di gestione.

I clienti immaginano che i prezzi esposti nei vari impianti dipendano dall’iniziativa del singolo gestore e automaticamente, vedendo un prezzo troppo alto vanno a rifornirsi presso altri impianti più convenienti.
Le gestioni “sottomesse” vedono precipitare il proprio volume di vendita iniziano ad indebitarsi credendo che la sofferenza sia momentanea ed accidentale.

Altra arma che le petrolifere usano sul gestore e quella dell’incentivo di fine anno, strumento totalmente discrezionale, concesso ai gestori che, nonostante gli stenti, continua a lavorare duramente senza dare fastidio al management di bandiera (se sei bravo a prendere le bastonate ti danno una carota!). Questo “incentivo alla sopravvivenza”, indispensabile per il gestore già in crisi, genera una speranza economica sotto il totale controllo della compagnia divenendo il “colpo sempre in canna” per annientare la gestione.

L’impianto solitamente è diviso in due diversi segmenti, SERVITO e FAI DA TE.

Sul segmento di vendita SERVITO, io gestore, metto il carburante nelle auto, mi occupo del servizio transazione carte (bancomat, credito ed aziendali), pulisco i vetri, carico punti della campagna promozionale, converto i punti in denaro (anticipando così il costo del carburante considerato che il rimborso si riceve con la comodità di “sua maestà petrolifera”), gonfio ruote, mantengo pulita colonnina.. tutto ciò, avendo presente che, durante l’erogazione ogni errore è a mio pieno carico, con tutte le conseguenze che comporta.

Negli ultimi anni i padroni degli impianti stradali si sono inventati il così detto “differenziale”.
Il “differenziale” è il sistema che obbliga il gestore, dopo aver acquistato con proprio capitale il carburante, ad aumentare in modo vergognoso il prezzo sul servito di 19 centesimi litro, facendogli così “perdere la faccia” con la clientela sebbene, in concreto, allo stesso gestore resteranno solo 5 centesimi lordi.

Ma siamo impazziti?!

Quale legge gli permette di vendere merce, essere pagato e successivamente, su quella merce già venduta, chiedere altro denaro???

Nel segmento FAI DA TE.
Il mio compito è di tenere pulita la colonnina, offro il servizio guanti, cambio il denaro, fornisco assistenza a chi non sa utilizzare l’accettatore, controllo chi è incapace a rifornirsi, il tutto anche rapidamente, altrimenti chi sta in coda inizia a spazientirsi e decide di andare via.

Poi esistono le responsabilità ed i compiti amministrativi: chiusure, compilare registri, contabilità di banca, contabilità aziendale, fatture elettroniche, andare in banca, effettuare pagamenti, ogni settimana calcolo dei cali di giacenza da comunicare, variare i prezzi sul listino piazzale e comunicare prezzi nel portale.
Inoltre, bisogna, pulire il piazzale, mantenere i bagni puliti, curare il verde,

Se hai un collaboratore e ti lamenti per il poco utile, ti dicono: “lascia l’impianto perché non sei capace”.

Se sei solo e non arrivi a fare tutto, ti dicono che le gestioni si curano con la famiglia. Se impieghi moglie e figlio gratis a fine mese perdi sempre qualcosa.

Il gestore garantisce il pagamento del prodotto, paga in anticipo accise per lo stato, anticipa cali di giacenza, paga tutte le spese per mantenimento dell’impianto, paga i costi bancari, piange le rapine che affronta in prima persona sul piazzale (ovviamente, non possiamo permetterci un’assicurazione perché ha dei costi troppo alti), paga luce, paga il telefono, paga per l’espurgo pozzi neri, paga per lo smaltimento e per l’analisi delle polveri sottili, paga la certificazione iso 9001, paga i corsi antincendio, corsi, corsi, e altri corsi ancora, insomma: un papello da 50 cm e tutte spese a carico del gestore.

Quando tutto questo ha avuto inizio, i sindacati, dove erano?
Erano a firmare contratti vergognosi contro la categoria gestori!
Hanno dimezzato gli utili per la gestione, quando il caro vita si è più che raddoppiato, in sostanza: hanno eliminato l’autonomia decisionale al gestore.

Petrolifere e retisti danno ordini da eseguire tassativamente altrimenti ci buttano fuori.

Petrolifere e retisti, sapete:
Quale è il costo per gestire un impianto?
Quanto costa gestire un incasso accise?
Quale è il giusto utile, per adempiere a tutto questo?
Sapete cosa significa tenere impianto aperto per 12 ore, anche il sabato (sebbene il sabato dovremmo essere chiusi) cercando di racimolare la giornata, allungando le ore di lavoro e cercando di perdere il meno possibile.

Petrolifere e retisti ci ridono sù, perché se noi gestori lavoriamo con orari disumani, il problema è il nostro, loro diranno di non aver obbligato nessuno a fare tutto questo, (ma di fatto, invece, siamo obbligati, perché siamo animali, animali che vogliono sopravvivere in questo sistema marcio). Però loro sono felici se il loro gestore vende di più, lasciando credere che questi sacrifici rientrano nella normalità del mestiere.

E intanto penseranno..Non ti sta bene? Vai pure via che un altro schiavo lo troviamo e per altri 5/6 anni e sfrutteremo il suo tempo e denaro –

Perché non va via un gestore? Cosa lo porta ad insistere?

Il debito creato fino al midollo, per scarso utile. Utile deciso dalle petrolifere, dai sindacati nazionali e con la complicità di questo stato.
Quando il gestore inizia ad indebitarsi gli crolla il mondo! Perde il controllo della situazione e non ragiona più. Si perde il contatto con la realtà e si inizia a vivere nella fobia di perdere la casa data in garanzia alle banche e tutti i sacrifici di una vita di lavoro.

Il “libero mercato” delle petrolifere, ha tutta la filiera sotto controllo. Estraggono, raffinano e vendono imponendo i prezzi.

È esistito un periodo dal 2012 al 2015, con la più alta concentrazione di cambi gestione, in cui hanno distrutto tutti i loro punti vendita per farli diventare impianti gost o a gestione diretta (impianti gestiti da gruppi societari) con costi gestionali di poco più bassi, gestiti da remoto. Hanno ricevuto miriadi di denunce per mancate erogazioni, resti errati ed incidenti vari; i clienti non sapevano mai a chi rivolgersi.

Il lavoro negli impianti gost era limitato al controllo dello scarico, compilare registro. Tutto il resto era a carico della compagnia proprietaria.
Spesso gli impianti rimanevano bloccati, erano sporchi e pieni di spazzatura.
Erano impianti abbandonati a se stessi.
Per rimediare dal grave errore, dopo essersi resi conto dell’importanza della figura del gestore, stanno ritornando a concedere nuove gestioni, ma sempre, mantenendo quella ristrettezza economica, così da avere l’efficenza dell’impianto mantenendo sempre il controllo manipolatore sul gestore.

Le compagnie fanno promozioni che non servono a nulla, se non, a consentirgli di speculare sugli acquisti dei premi e ricavare una percentuale dai fornitori dei gli stessi.

A ciò si aggiunga, che tutti i gestori sono obbligati in certi periodi dell’anno ad acquistare dei pacchetti regalo. (Es. Pasqua e Natale) per ringraziare il cliente ma a spese proprie.
Ogni fine anno è obbligatorio acquistare tot litri d’olio a prezzi astronomici, per raggiungere un budget da loro stabilito (lo stesso prodotto nella grande distribuzione mediamente costa il 60/70 % in meno).

A chi assegnano nuove le nuove gestioni? A chi può interessare?

Le nuove gestioni sono assegnate a persone che sconoscono le problematiche del settore, che vedendosi assegnare un impianto di carburanti, credono di essere entrati in un mondo sano e onesto, mentre in realtà investono i loro risparmi per perderli su utili irrisori.

Invece, alcuni impianti, vengono assegnati ad autotrasportatori, che avendo tanti mezzi gestiscono “al meglio” l’attività a vantaggio di rimborsi e raggiri fiscali sul gasolio (fregandosene degli utili dell’impianto). Oppure, ancora, come si sente spesso, danno le nuove gestioni a persone che utilizzano l’attività per il riciclaggio del denaro.

Abbiamo ingoiato tanti rospi e umiliazioni, restando in silenzio.

Perché non abbiamo lasciato le gestioni?

Perché era impensabile che potesse accadere tutto quello che ci stava capitando ed aspettavamo un po’ di buon senso, speravamo che accadesse qualcosa affinché si ristabilisse l’ordine; che il governo si accorgesse dell’esistenza di questa categoria che porta nelle casse dello stato tanto denaro.
Abbiamo preso in prestito molto denaro dalle banche, ma purtroppo, esclusivamente per allungare la nostra agonia.
Si pensava, cosa facciamo dopo tanti anni?
Di fatto siamo ormai veramente pochi i “vecchi gestori”.

Vi prego di rompere questo sistema!

Bisogna cedere il decreto e le licenze alle persone fisiche e non alle società.
Le petrolifere facciano il loro lavoro, ricerca, estrazione e raffinazione.
Ai retisti che si sentono petrolieri, dico, andate a lavorare e non a speculare.
Allo stato chiedo di stabilire i prezzi di vendita.

Serve qualcuno che abbia l’onestà intellettuale di capire quanto sia sporco e disumano tutto il sistema.

Sfogo di un gestore  🙏🙏

#schiavidelcaporalatopetrolifero

Un pensiero su “Il Gestore vittima del sistema.

  • gestore free

    Assurdo come sia permesso che i gestori lavorino come schiavi del caporalato petrolifero, che macina guadagni stellari , sulla pelle dei poveri gestori con la complicità di chi li ha ceduti. Assurdo che le istituzioni non sorveglino su queste infamie.

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